Adoro avere la figa piena quando vado nei centri commerciali e compro vestiti, mi masturbo immaginando che sia il tuo cazzo che mi attraversa la figa finché non ricevo ogni goccia dei miei dolci succhi, adoro riempire le mie mutandine di liquidi per dar loro come un regalo con la paura che mi sorprendano a scopare nello spogliatoio lasciandolo pieno di liquidi

Oggi mi sento sottomesso e affamato di cazzo nel culetto, è la mia seconda figa
La punta pulsante del suo cazzo sporgeva già da un po' all'ingresso del mio buco anale, così, senza indietreggiare, mi ha allargato le natiche con le mani e mi ha dato un colpo a sorpresa, conficcandolo dentro di me come una freccia e lasciandolo lì momentaneamente. - Uuuu aaaaah!
Quando mi inseriscono il bastone dentro mi sembra di “cagare dentro”, evacuare dopo la scopata è piacevole, il culo aperto fa scorrere liberamente quello che esce, senza bisogno di spingere o forzare a uscire. Lì ho scoperto qualcos'altro di cui non ero a conoscenza fino a quel momento, cagare è simile a quando ti tolgono il cazzo dal culo ed è qualcosa che, da quel giorno, ogni volta che vado in bagno, produce un piacevole ricordo in Me.
Ciò che seguì fu un dolore sorprendente ed intenso, che cominciò nel culo e salì alla gola; che mi tendeva il corpo e mi faceva venire i crampi alle gambe. - Aaaaww! Con i miei gemiti riuscivo a reprimere le urla, chiudendo forte gli occhi, con la bocca aperta per la sorpresa, sopportando la pressione che la testa del suo cazzo faceva dentro di me, pressione dentro e fuori, inserita e agganciata nel mio culo. Quello che mi veniva inserito nel sedere non era un cazzo come i precedenti, sembrava un grosso bastone caldo infilato dentro, senza alcuna possibilità che uscisse se spingevo. Mi teneva per i fianchi, ma senza fare pressione su di me, più come se fossero carezze, spostando alternativamente l'una o l'altra mano dalla mia vita alle natiche, massaggiandomi e incoraggiandomi. - Adesso tesoro... la parte più difficile è passata, ce l'hai fatta. Respira profondamente e lentamente, così ti rilassi e il tuo corpo si adatta a ciò che segue. Sei molto elastico, sai già che il tuo bel culetto è molto goloso. Credo che tu sia nato per essere inculato. Vedrai che se ti adatti al mio cazzo ti adatti a chiunque. -Sì... Aaaah! Fa un po' male! Ma è bello. Mi piace averlo dentro! Ma lascialo così per un po', non muoverlo perché fa male!
Nel gioco del mettere e togliere, culminiamo allo stesso tempo con il suo cazzo nel mio culo molto, molto aperto, mentre merda e latte escono dal mio culo in modo morbido e costante, come una purea, accompagnati da gas con piccolo rumore come un palloncino che si sgonfia o una gomma a terra.

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EL ARTE DE LA MAMADA
Tengo frente a mí tu pene. Lo huelo. Lo agarro con delicadeza para sentirlo suave. Subo mi mirada, me ves, no pierdo contacto con tu ojos que me piden ansiosos que comience. Paso la lengua desde los testículos hasta la punta, por todo el borde de la cabeza, tiemblas. Lo humedezco todo con mi saliva, abro la boca suavemente y dejo que entre a mí, lo meto en mi boca.  Te succiono muy suave, muevo la lengua dentro, lo saco y te miro, otra vez. Sonrío y juego con él, me doy pequeñas cachetadas, lo saboreo, definitivamente lo disfruto y te lo hago saber. Pero siento un impulso insaciable de repente y me lo quiero devorar. Lo chupo por completo, me lo meto todo, subo y bajo con rapidez con mi boca echa agua, acelerando el ritmo y la presión, mi mano complementa la fuerza de mis labios. Necesito más, necesito que me ahogue, que me deje sin respirar, te veo  suplicándote, me ves y entiendes: me agarras por el cabello tomando el control y  dominando todo, dominándome. Me presionas la cabeza hacia tu pene, con fuerza, dejas que respire un instante y lo escupo. De inmediato lo metes y me llevas hasta el fondo, nuestras miradas se unen nuevamente, los dos extasiados, tu pene ahogándome de placer y mi garganta pidiendo a gritos que tu semen se derrame.  Encontramos el ritmo justo, el instante exacto, sin dominio comienzas a temblar y yo también, es este el momento: siento las palpitaciones y veo tu cara de placer, cada vez palpita más y me preparo para el éxtasis, me presionas hasta que me ahogas, te succiono y me presionas más para que no pare, para que no escape, y ahí te vienes en mi boca. Dejas que toda la leche quede dentro de mí. Me sueltas y, liberando un poco la presión, me la trago por completo, sin dejar ni una gota. No quiero desperdiciar nada ti. Me miras. Te veo. No hay nada más que decir.